LA STRATOSFERA...

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zerogradi
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da zerogradi »

...dai su, oramai vanno praticamente di pari passo. Vedi i modelli serali di oggi. Due giorni fa, desplacement previsto dalle strato...stessa emissione gfs zonale sparato. Siamo molto molto avanti rispetto a qualche stagione fa. Anche perché i centri di calcolo principali, gfs e ecmwf, hanno dei propri modelli stratosferici, che è impensabile credere che navighino da soli e non siano strettamente legati al corrispettivo modello troposferico.
In ogni caso...speriamo che vedano giusto oggi... :):)
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marvel
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da marvel »

sostenere che modelli stratosferici e troposferici vadano di pari passo è al tempo stesso una fregnaccia e una generalizzazione estema che dimostra l'assoluta estraneità all'argomento da parte di chi lo afferma.
Innanzi tutto le carte a 100 hpa sono al confine tra i 2 livelli (tropopausa) ed è ovvio che non possano essere che simili a quelle direttamente sottostanti, ma esse non rappresentano la stratosfera, sono solo una piccola frazione, la punta dell'iceberg. E tutti i livelli superiori? Le relazioni di reciproca influenza tropo-statosferica si manifestano e si sviluppano tutte sui livelli superiori alla tropopausa... Ed è proprio li che i modelli non sono ancora stati dimensionati bene per la previsione, anche perché l'interazione di coupling o comunque di influenza avviene in modalità completamente diverse da quelle troposferiche.
Ultima modifica di marvel il dom 08 gen, 2012 16:38, modificato 1 volta in totale.
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da gunn »

dire e sostenere che modelli stratosferici e troposferici vadano di pari passo è al tempo stesso una fregnaccia e una generalizzazione estema che dimostra l'assoluta estraneità all'argomento da parte di chi lo aferma.
Innanzi tutto le carte a 100hpa sono al confine tra i 2 livelli (tropopausa) ed è ovvio che non possano essere che simili a quelle sottostanti, ma esse non rappresentano la stratosfera, sono solo la punta dell'iceberg. E tutti i livelli superiori? Le relazioni di reciproca influenza tropo-statosferica si manifestano e sviluppano tute su livelli superopiori alla tropopausa... Ed è proprio li che i modelli non sono ancora stati dimensionati bene per la previsione.
marvelb domenica come vedi l'evoluzione da meta' mese in poi?
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da gubbiomet »

Intanto ecco l'ultimo bollettino di Guido Guidi:



Analisi stratosferica e degli indici teleconnettivi
08/01/2012
La situazione stratosferica nei piani compresi tra 1 e 5 hPa, ed in parte fino alla quota barica di 10hPa, vede un graduale seppur non incisivo ricompattamento del VPS, dovuto all’attenuazione dei flussi di calore che hanno dato avvio al primo minor warming stagionale. Il riscaldamento stratosferico ultimatosi nella precedente settimana, riconducibile in parte allo stazionamento dell’onda convettiva equatoriale rilevabile dalla MJO (Madden Julian Oscillation) nelle fasi 3 e 4, va muovendosi verso est inibendo la convezione nella zona dell’oceano Indiano per trasferirla nella zona del Pacifico centrale.

Le previsioni dell’OLR pongono una graduale seppur debole intensificazione della convezione in area africana tra il 6 e il 10 gennaio raggiungendo il culmine attorno al periodo 16-20 gennaio. E’ dunque lecito attendersi una maggior frequenza della MJO nelle fasi 8 e 1 ma con debole magnitudo. L’attuale fase 6, avviatasi a fine dicembre, favorirà nei prossimi giorni dei parziali blocchi atlantici dovuti all’espansione meridiana dell’anticlone delle Azzorre i cui tilting verso est, causati da una vivace circolazione zonale alle alte latitudini atlantiche, attiveranno richiami d’aria fredda continentale con maggiore interessamento delle regioni meridionali italiane. Ai modelli deterministici (che iniziano a segnalare questa evoluzione) la relativa disamina delle traiettorie dei flussi.

La struttura stratosferica ha iniziato già da metà dicembre scorso un complesso mutamento che in questa fase ha principalmente interessato i piani alti mantenendo condizioni di elevata zonalità dalla quota isobarica di 30hPa verso il basso. L’assenza di corrispondenza verticale della stratosfera sta comportando delle notevoli torsioni tra i vari livelli. La QBO a 50hPa in graduale fase negativa tende a facilitare la propagazione delle Gravity Waves equatoriali verso la stratosfera depositandovi momento orientale con buona propagazione dei flussi di calore e con una ripresa del trasporto di ozono in area polare così come evidenziato dai vettori dell’EP-Flux, dall’Heat Flux e dalla mappa di concentrazione di ozono totale.



L’attività convettiva in interessamento della zona africana faciliterà la nascita di un altro anticiclone stratosferico in zona asiatica centrale attorno alla fine della prima decade di gennaio, il quale, congiuntamente alla presenza dell’anticiclone delle Aleutine provocherà lo schiacciamento del VPS alla quota isobarica di 10hPa in parziale coinvolgimento della quota isobarica di 30hPa con un netto rallentamento della circolazione zonale. L’asse maggiore di questa figura ellittica andrà a disporsi tra la Siberia orientale e il Labrador.


Alla quota isobarica di 1hPa, dopo il predetto parziale ricompattamento del VPS, dopo l’8 gennaio si assisterà ad un consistente indebolimento del vortice, a causa del nascente anticiclone in zona asiatica, in successivo notevole rinforzo a quella quota e spostamento verso la zona polare. La circolazione zonale alla latitudine di 60°N attorno alla metà del mese sarà sostituita da una sostenuta circolazione antizonale.

Così come già evidenziato nel precedente outlook e a seguito di quanto qui descritto, a partire dalla fine della prima decade di gennaio prenderà avvio un nuovo riscaldamento stratosferico in zona siberiana con nuovo Minor Warming che a partire dalla metà del mese si ritiene possa estendersi anche in area polare. Le conseguenze successive in area stratosferica andranno monitorate in quanto le modifiche previste di fase ENSO negativa tra le zone 4 e 3, la fase negativa della QBO e la bassa attività geomagnetica potrebbero portare ad un Warming di tipo Major nella seconda metà di gennaio.

Il rallentamento previsto del VPS provocherà un graduale rallentamento del VPT con una netta riconfigurazione del pattern circolatorio emisferico. L’indice AO è previsto in deciso calo con particolare riferimento all’ultima decade di gennaio. Il mese di febbraio è atteso proseguire con una fase mediamente negativa della AO come rilevabile dalla nostra mappa di prognosi delle anomalie del geopotenziale alla quota isobarica di 500hPa. E’ probabile inoltre una fase piuttosto negativa dell’indice AO tra il 10 e il 20 febbraio.

L’istaurarsi di tale pattern circolatorio favorirà una seconda parte invernale con anomalie termiche negative e maggiori probabilità di precipitazioni anche se a oggi e in questa trattazione l’evoluzione specifica è di difficile prognosi e rende necessario rimandandare gli approfondimenti alla valutazione degli output dei modelli deterministici.

Con tale configurazione è lecito attendersi l’instaurarsi di condizioni favorevoli a blocchi atlantici alla circolazione zonale alle medio-alte latitudini favorendo un cedimento dei geopotenziali nell’Europa meridionale e mediterranea.



********************************

Importante!

Com avrete notato, questo Outlook si è arricchito di un nuovo contenuto proprietario, ovvero non proveniente dalle consuete o più note fonti di informazione, la mappa delle anomalie del Geopotenziale alla quota barica di 500hPa. C’è un motivo. La mappa è frutto di una ricerca che CIMAT sta portando avanti da parecchio tempo, e che consiste nella messa a punto di un Modello Previsionale Lineare Multiregressivo (pdf), di natura assolutamente sperimentale.

L’approccio è inevitabilmente numerico (per plottare qualcosa servono numeri!) ma i contenuti concettuali sono del tutto empirici. Come leggerete nel pdf segnalato e in una più completa spiegazione che pubblicheremo quando avremo sperimentato il livello di confidenza di questo approccio, alla base di tutto ci sono anni e anni di osservazione del comportamento del sistema e degli indici di teleconnessione, nella fattispecie utilizzati come predittori.

Senza alcuna pretesa di far concorrenza a ben altri sistemi di prognosi di lungo periodo, con ben altra disponibilità di risorse disponibili, quel che si vuol fare è in linea con quanto descritto già due anni fa in occasione delle pubblicazione del primo Outlook: guardare il sistema nel suo insieme come un complesso di dinamiche che scaturiscono in una molteplicità di situazioni possibili ma di volta in volta irripetibili, di cui gli indici teleconnettivi non sono la causa, ma segnalatori di meccanismi. La nostra pietra filosofale sono quei meccanismi, la mappa pubblicata è il risultato dei primi passi.

Da un punto di vista strettamente valutativo, intendiamo condividere con la comunità dei lettori e con tutti quanti vorranno farlo il test di questi primi output, con l’unico scopo di affinarne la qualità. Per adesso, e con non poca titubanza, ci limitiamo a constatare che, fuori da ogni possibile range dei modelli numerici troposferici, per non parlare di quelli stagionali che continuano a vedere pattern completamente differenti, l’evoluzione che si comincia ad intravedere è quella di cui si era parlato già nel nostro primo bollettino del mese di dicembre e nel successivo (Outlook 20/12/2011 pdf).

A questo punto, e con molta meno titubanza, direi sia il caso di sottolineare che nelle nostre valutazioni, l’imminente nuova fase invernale, potrebbe assumere caratteristiche di consistente anomalia termica in negativo e precipitativa in positivo, con chances di entrare in competizione con inverni di cui ormai si comincia a perdere la memoria.

Staremo a vedere, e l’uso del plurale non è affatto casuale!
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da marvel »

Intanto ecco l'ultimo bollettino di Guido Guidi:



Analisi stratosferica e degli indici teleconnettivi
08/01/2012
La situazione stratosferica nei piani compresi tra 1 e 5 hPa, ed in parte fino alla quota barica di 10hPa, vede un graduale seppur non incisivo ricompattamento del VPS, dovuto all’attenuazione dei flussi di calore che hanno dato avvio al primo minor warming stagionale. Il riscaldamento stratosferico ultimatosi nella precedente settimana, riconducibile in parte allo stazionamento dell’onda convettiva equatoriale rilevabile dalla MJO (Madden Julian Oscillation) nelle fasi 3 e 4, va muovendosi verso est inibendo la convezione nella zona dell’oceano Indiano per trasferirla nella zona del Pacifico centrale.

Le previsioni dell’OLR pongono una graduale seppur debole intensificazione della convezione in area africana tra il 6 e il 10 gennaio raggiungendo il culmine attorno al periodo 16-20 gennaio. E’ dunque lecito attendersi una maggior frequenza della MJO nelle fasi 8 e 1 ma con debole magnitudo. L’attuale fase 6, avviatasi a fine dicembre, favorirà nei prossimi giorni dei parziali blocchi atlantici dovuti all’espansione meridiana dell’anticlone delle Azzorre i cui tilting verso est, causati da una vivace circolazione zonale alle alte latitudini atlantiche, attiveranno richiami d’aria fredda continentale con maggiore interessamento delle regioni meridionali italiane. Ai modelli deterministici (che iniziano a segnalare questa evoluzione) la relativa disamina delle traiettorie dei flussi.

La struttura stratosferica ha iniziato già da metà dicembre scorso un complesso mutamento che in questa fase ha principalmente interessato i piani alti mantenendo condizioni di elevata zonalità dalla quota isobarica di 30hPa verso il basso. L’assenza di corrispondenza verticale della stratosfera sta comportando delle notevoli torsioni tra i vari livelli. La QBO a 50hPa in graduale fase negativa tende a facilitare la propagazione delle Gravity Waves equatoriali verso la stratosfera depositandovi momento orientale con buona propagazione dei flussi di calore e con una ripresa del trasporto di ozono in area polare così come evidenziato dai vettori dell’EP-Flux, dall’Heat Flux e dalla mappa di concentrazione di ozono totale.



L’attività convettiva in interessamento della zona africana faciliterà la nascita di un altro anticiclone stratosferico in zona asiatica centrale attorno alla fine della prima decade di gennaio, il quale, congiuntamente alla presenza dell’anticiclone delle Aleutine provocherà lo schiacciamento del VPS alla quota isobarica di 10hPa in parziale coinvolgimento della quota isobarica di 30hPa con un netto rallentamento della circolazione zonale. L’asse maggiore di questa figura ellittica andrà a disporsi tra la Siberia orientale e il Labrador.


Alla quota isobarica di 1hPa, dopo il predetto parziale ricompattamento del VPS, dopo l’8 gennaio si assisterà ad un consistente indebolimento del vortice, a causa del nascente anticiclone in zona asiatica, in successivo notevole rinforzo a quella quota e spostamento verso la zona polare. La circolazione zonale alla latitudine di 60°N attorno alla metà del mese sarà sostituita da una sostenuta circolazione antizonale.

Così come già evidenziato nel precedente outlook e a seguito di quanto qui descritto, a partire dalla fine della prima decade di gennaio prenderà avvio un nuovo riscaldamento stratosferico in zona siberiana con nuovo Minor Warming che a partire dalla metà del mese si ritiene possa estendersi anche in area polare. Le conseguenze successive in area stratosferica andranno monitorate in quanto le modifiche previste di fase ENSO negativa tra le zone 4 e 3, la fase negativa della QBO e la bassa attività geomagnetica potrebbero portare ad un Warming di tipo Major nella seconda metà di gennaio.

Il rallentamento previsto del VPS provocherà un graduale rallentamento del VPT con una netta riconfigurazione del pattern circolatorio emisferico. L’indice AO è previsto in deciso calo con particolare riferimento all’ultima decade di gennaio. Il mese di febbraio è atteso proseguire con una fase mediamente negativa della AO come rilevabile dalla nostra mappa di prognosi delle anomalie del geopotenziale alla quota isobarica di 500hPa. E’ probabile inoltre una fase piuttosto negativa dell’indice AO tra il 10 e il 20 febbraio.

L’istaurarsi di tale pattern circolatorio favorirà una seconda parte invernale con anomalie termiche negative e maggiori probabilità di precipitazioni anche se a oggi e in questa trattazione l’evoluzione specifica è di difficile prognosi e rende necessario rimandandare gli approfondimenti alla valutazione degli output dei modelli deterministici.

Con tale configurazione è lecito attendersi l’instaurarsi di condizioni favorevoli a blocchi atlantici alla circolazione zonale alle medio-alte latitudini favorendo un cedimento dei geopotenziali nell’Europa meridionale e mediterranea.



********************************

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Com avrete notato, questo Outlook si è arricchito di un nuovo contenuto proprietario, ovvero non proveniente dalle consuete o più note fonti di informazione, la mappa delle anomalie del Geopotenziale alla quota barica di 500hPa. C’è un motivo. La mappa è frutto di una ricerca che CIMAT sta portando avanti da parecchio tempo, e che consiste nella messa a punto di un Modello Previsionale Lineare Multiregressivo (pdf), di natura assolutamente sperimentale.

L’approccio è inevitabilmente numerico (per plottare qualcosa servono numeri!) ma i contenuti concettuali sono del tutto empirici. Come leggerete nel pdf segnalato e in una più completa spiegazione che pubblicheremo quando avremo sperimentato il livello di confidenza di questo approccio, alla base di tutto ci sono anni e anni di osservazione del comportamento del sistema e degli indici di teleconnessione, nella fattispecie utilizzati come predittori.

Senza alcuna pretesa di far concorrenza a ben altri sistemi di prognosi di lungo periodo, con ben altra disponibilità di risorse disponibili, quel che si vuol fare è in linea con quanto descritto già due anni fa in occasione delle pubblicazione del primo Outlook: guardare il sistema nel suo insieme come un complesso di dinamiche che scaturiscono in una molteplicità di situazioni possibili ma di volta in volta irripetibili, di cui gli indici teleconnettivi non sono la causa, ma segnalatori di meccanismi. La nostra pietra filosofale sono quei meccanismi, la mappa pubblicata è il risultato dei primi passi.

Da un punto di vista strettamente valutativo, intendiamo condividere con la comunità dei lettori e con tutti quanti vorranno farlo il test di questi primi output, con l’unico scopo di affinarne la qualità. Per adesso, e con non poca titubanza, ci limitiamo a constatare che, fuori da ogni possibile range dei modelli numerici troposferici, per non parlare di quelli stagionali che continuano a vedere pattern completamente differenti, l’evoluzione che si comincia ad intravedere è quella di cui si era parlato già nel nostro primo bollettino del mese di dicembre e nel successivo (Outlook 20/12/2011 pdf).

A questo punto, e con molta meno titubanza, direi sia il caso di sottolineare che nelle nostre valutazioni, l’imminente nuova fase invernale, potrebbe assumere caratteristiche di consistente anomalia termica in negativo e precipitativa in positivo, con chances di entrare in competizione con inverni di cui ormai si comincia a perdere la memoria.

Staremo a vedere, e l’uso del plurale non è affatto casuale!
E' si, parlavo proprio di questo... 8))
Ultima modifica di marvel il mer 11 gen, 2012 14:29, modificato 1 volta in totale.
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da gubbiomet »

Intanto il Sig. Rossi di MTNW toglie molte speranze....
Massi facce sapè..

Seconda parte di gennaio. Osservazioni, Analisi e Prospettive.
Pubblicato il 11/01/2012

Un significativo riscaldamento sulla stratosfera polare che è previsto in accordo ai due principali modelli, sui piani più alti della stratosfera, è capace di invertire sia il gradiente termico che la media zonale del venti a 60°N. L’alta del nord Pacifico, o Aleutinica associata alla wave 1, si sostituirà al vortice polare che guadagna l’arcipelago canadese.

Attualmente il nucleo freddo a 10 hPa è posizionato sui 60°N e 2.5°W con core di massima vorticità collocato più a nord est (75°N, 48°E). Il 18 gennaio il nucleo freddo perderà 10° di latitudine e si sposterà di ben 20° verso ovest, collocandosi in pieno Est Atlantico, ad ovest dell’Irlanda. Le maggiori incertezze riguardano invece il core di massima vorticità che è visto attualmente sganciarsi da quello termico per rimanere a latitudini del Mar Baltico.

Dunque siamo in presenza di un Minor Warming con Displacement del VPS su Est Atlantico/Scandinavia.















Figura 1. Temperature a 10 hPa secondo GFS 0Z del 11 gennaio


















Figura 2. Temperature e altezze del geopotenziale a 10 hPa secondo ECMWF 12Z del 10 gennaio




Da notare la differenza tra le posizioni dei nuclei freddi alle varie quote isobariche il 18 gennaio: a 1 hPa sull’Arcipelago Canadese, a 10 hPa Est Atlantico mentre in basso a 100 hPa l’inerzia termica per il freddo accumulato soprattutto intorno ai 30 hPa (-8° sulla media di dicembre sul Polo Nord) in questo inizio invernale non permette al momento al core termico di scendere sotto il Mar Bianco (area Barents).

Dunque un colpo di maglio destrorso, tenendo a mente un avvitamento che entra in un foro in senso antiorario. Al netto della mancata discesa a latitudini temperate del nucleo freddo al limite della tropopausa e del nucleo di massima vorticità a 10 hPa, si sarebbe andati incontro ad un obiettivo mediterraneo di tutto rilievo.

Ma questa disposizione vagamente baroclina della struttura, pur non permettendo un allentamento troppo vistoso della tensione zonale foriero sul settore Atlantico di un’elevazione poco pronunciata (e forse anche duratura oltre il 60°N) dell’azzorriana associata alla wave 2, fa si che i massimi di vorticità positiva in troposfera si allentino sopra l’area groenlandese e si scindano verso l’area russo-siberiana.









Figura 3. Temperature a 100 hPa secondo ECMWF 12Z del 10 gennaio







Un ramo del getto polare interesserà la parte orientale della Groenlandia. Per esempio, il long range deterministico allude ad un debole canale di aria calda che mette in collegamento le due wave oceaniche in area SCAND/Nova Zemljia.

Considerando anche che l’effetto Baldwin-Dunkerton, vero deus ex machina delle analisi long-range e stagionali dell’inverno 2001-12 e relativo allo stratcooling del 20-25 novembre scorso volge al termine, fasi più neutrali dell’AO sono da attendersi. Il che significa incremento del wavenumber zonale cioè ondulazioni più pronunciate. La disposizione delle SSTA atlantiche, positive su una fascia temperata, non permette di catturare il getto troppo in basso. E questo evita un pericoloso slancio dell’indice Est Atlantico (EA+).









Figura 4. SSTA atlantiche del 7 gennaio




Come queste dinamiche si possano riflettere sui regimi del tempo in Europa e sul Mediterraneo ?

Il dato di fatto della stagione è il blocco basso-azzorriano. Per quanto detto e per le forzanti in ordine alla MJO non è possibile attendersi in questo mese un’elevazione troppo marcata di questo blocco. Ma una importante modifica intercorre sull’oscillazione dei venti troposferici: la GWO inizia a marcare territori o stages Nino-like dissociandosi dalla fase attuale di ENSO. Un maggiore forcing atteso dalla wave 1 con maggiore tendenza ad intrudere l’area artica dovrebbe permettere al getto un’uscita dal Nord America tale da ricollocare un po’ più verso ovest il blocco azzorriano, leggermente più centrato in Atlantico.









Figura 5. Global Wind Oscillation. Fasi Nina-like e Nino-like con momento angolare, rispettivamente, positivo (5-8) e negativo (1-4) (e variazione del momento angolare, rispettivamente, negativa e positiva)




Il secondo dato di fatto è la mancanza di innevamento sull’Europa orientale che la possiamo vedere collegata ad un deficit dei ghiacci artici in artico europeo (ma non altrove). Questo fatto non prelude certamente ad uno stazionamento troppo occidentale e/o troppo duraturo dell’aria fredda continentale. Associando questo fatto alla debole scissione del vortice polare in due rami, canadese e russo, ed un ricollocamento meno invadente dell’alta oceanica si assisterebbe dapprima ad una irruzione di aria fredda dai Balcani seguita all’interazione di una saccatura nord-atlantica con l’aria continentale stagnante più ad est, su Russia e Mar Nero. A più riprese il long range deterministico ci propone questa soluzione.

In conclusione non si dovrebbe andare incontro ad un cambiamento particolarmente sostanziale del tempo considerando che dopo la grande irruzione fredda dell’Epifania l’inverno sta facendo il suo dovere sulle regioni basso adriatiche e soprattutto sulla Puglia. Ma comunque confermando l’outlook del Comitato Tecnico-Scientifico l’inverno volgerà verso la sua parte più dinamica.

Andrea Rossi
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da zerogradi »

In conclusione non si dovrebbe andare incontro ad un cambiamento particolarmente sostanziale del tempo considerando che dopo la grande irruzione fredda dell’Epifania l’inverno sta facendo il suo dovere sulle regioni basso adriatiche e soprattutto sulla Puglia. Ma comunque confermando l’outlook del Comitato Tecnico-Scientifico l’inverno volgerà verso la sua parte più dinamica....


Digli che si sparasse...!!
E' cambiata radicalmente la circolazione atmosferica MONDIALE e questo dice che non succede niente...!! :lol: :lol:
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da gubbiomet »

In conclusione non si dovrebbe andare incontro ad un cambiamento particolarmente sostanziale del tempo considerando che dopo la grande irruzione fredda dell’Epifania l’inverno sta facendo il suo dovere sulle regioni basso adriatiche e soprattutto sulla Puglia. Ma comunque confermando l’outlook del Comitato Tecnico-Scientifico l’inverno volgerà verso la sua parte più dinamica....


Digli che si sparasse...!!
E' cambiata radicalmente la circolazione atmosferica MONDIALE e questo dice che non succede niente...!! :lol: :lol:
Beh qualche dubbio me lo sono posto anch'io anche perchè parla di "grande irruzione fredda dell'Epifania" :confuso: :confuso: :confuso: :confuso: :bye:
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Messaggio da snow96 »

l’inverno sta facendo il suo dovere sulle regioni basso adriatiche e soprattutto sulla Puglia.
Andrea Rossi
Ah ah ah ah ah!!!! E quando faceva 2 metri di neve a Pescopennataro o a Capracotta cos'erano? Gli straordinari? Diciamo piuttosto che l'inverno, in alcune zone non s'è presentato proprio al lavoro e in qualcun'altra sta a scaldà la sedia ... :wink:
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da Fili »

VP in frantumi eh!? :blink: :blink: :blink:

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a me me pare più arzillo de n'80enne con un giornalino porno! :evil: :evil:
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Messaggio da and1966 »

VP in frantumi eh!? :blink: :blink: :blink:

.....
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'azzo! Ha scacciato pure l' HP Aleutinico che di solito é colui che fa da piede di porco per portare svolte nelle cfg bariche .... :mah: :eek: :eek:
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da Fili »

comunque il Vortice Polare gira a manetta... do stanno gli effetti dello stratwarming?! :evil: :evil: :evil:
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da snow96 »

Una bottarella l'ha presa, ma si ricompatta. Dobbiamo concentrarci di più sulle sorgenti energetiche che tengono in piedi queste figure bariche. VP forte, Azzorre debole. Perché? Da almeno 3 anni è così. Perché? Boh ...
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Messaggio da marvel »

comunque il Vortice Polare gira a manetta... do stanno gli effetti dello stratwarming?! :evil: :evil: :evil:
Finché non parte un vero impulso in grado di provocare un Major... con i minor gli effetti saranno limitati... Alcune premesse fanno pensare che arriverà un Major, ma non v'è certezza... :roll:
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moetia
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Re: LA STRATOSFERA... SEGNALI DI CAMBIAMENTO?

Messaggio da moetia »

[cell class=spoiler]a me me pare più arzillo de n'80enne con un giornalino porno! :evil: :evil:[/quote][/cell]




:P :P :P :P :P scusate non ricordo come si fa a "citare" il post ma sono piegata dalla risate :ok: :D
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