mah, tenendo presente che siamo nel 2016 e che esistono realtà simili a quote ed in contesti molto più "improponibili" dello Zilioli (a 1.30 ore c'è una strada carrabile e la salita è percorribilissima a dorso di mulo) non credo che fare di quella baracca (questo è allo stato attuale) un rifugio più consono alle sue possibilità ed al contesto in cui si trova sia un problema insormontabile. Come quasi sempre (anzi, sempre) si tratta solo della volontà di volerlo fare. Ed è quella che manca.Magari fosse solo una questione di buon gusto o di prendere esempio dall'Alto Adige, che anzi vorrei che fosse il modello anche per l'Appennino. Sarei il primo a voler contribuire per questo.
Ma qui il discorso è squisitamente tecnico.
Io ho elencato una serie di problematiche terra-terra, oggettive credo, che non ripeto,
a cominciare dall'acqua.
Come si risolvono? Considerando poi i vincoli ambientali?
Questo vorrei sapere.
@rob: ovvviamente parliamo di un turismo "educato e consapevole" e non certo di massa, che pure ho visto arrivare in certi casi anche sulle sponde dei Laghi di Pilato... Per quello sono decisamente contrario anch'io.
Vincoli ambientali? Perchè, quell'ammasso di pietra e cemento col tetto in lamiera li rispetta? fare invece una bella opera in pietra (fatta bene), soprattutto con una manutenzione adeguata e gestita da persone competenti ed appassionate valorizzerebbe sia il rifugio stesso che tutto il Parco Nazionale. Immaginate poter pranzare su una terrazza che si affaccia sulla Valle del Tronto, trovare un punto di ristoro, acqua e quant'altro.
Ciò non significa doverlo trasformare in un hotel, ma semplicemente sfruttare al meglio ciò che si ha.