Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
Riporto un post della nota pagina FB "Chi ha paura del Buio?" riguardante il sisma di ieri sera
Ieri sera un terremoto ha danneggiato l’isola di Ischia e, immediatamente, è partito il tam tam mediatico, soprattutto sul web. Andiamo a vedere come stanno le cose, partendo da un dato indiscutibile: la storia, sia geologica, sia degli eventi recenti.
L’isola di Ischia altro non è che la parte sommitale di un vulcano che si innalza dal fondale marino e trova il suo culmine nel Monte Epomeo. L’attività vulcanica di Ischia ha vissuto periodi importanti, l’eruzione più significativa è certamente quella del “tufo verde” di 55.000 anni fa, ma l’ultima eruzione risale a epoca storica, più precisamente all’anno 1302 (colata dell’Arso). L’attività tettonica, terremoti quindi, non è da meno: il Tirreno è un bacino giovane in espansione e l’isola ha risentito nella sua storia di queste dinamiche. Basti pensare ai terremoti del 1881 e del 1883, quest’ultimo disastroso con una magnitudo di 5.8.
Ieri sera cosa è successo? Come mai ci sono stati danni ingenti? E come mai i dati sismici sono stati variati?
Il primo dato fornito da INGV, in automatico dalla sala sismica, stimava una magnitudo locale (richter) ML di 3.6 e una profondità di 10 km. In queste stime appunto, non calcoli fatti da un sismologo, la profondità ad esempio è fissata automaticamente a 10 km.
Su altri siti poi ha iniziato ad apparire un altro dato: 4.5. Il dato però è espresso in Mb, ovvero la magnitudo delle onde di volume (body waves). Tale stima della magnitudo è forse il peggior strumento per stimare l’energia di terremoti superficiali, ed ecco perché c’era una discrepanza tale. INGV poco dopo, sempre in automatico, ha fornito la magnitudo del momento sismico (Mw), con un valore di 4.1 e una profondità di 9 km, anche questa calcolata in automatico sul centroide di riferimento. Anche questo dato però non era corretto, in quanto la sismicità ischitana ci insegna che solitamente avvengono terremoti molto superficiali, e i danni che iniziavano ad essere raccontati dalle cronache potevano essere un ulteriore dato a supporto di questa ipotesi.
Infatti più tardi, INGV attraverso la rete sismica locale di OV (osservatorio vesuviano) ricalcola l’evento. Lo ricalcola sulla base di nuovi dati: magnitudo 4.0 a 5 km di profondità ed epicentro spostato a N dell’isola. Attenzione, quel dato 4.0 è espresso in una magnitudo ancora diversa Md, cioè magnitudo di durata. E’ una scala di riferimento molto utile per calcolare la magnitudo di terremoti piccoli o moderati a distanza locale.
Moderati, appunto, perché se parliamo di 3.6, 4, 4.1, anche con magnitudo diverse, parliamo di un terremoto piccolo. Ma i danni ci sono stati, addirittura le vittime.
Qui entrano in gioco due fattori: 1 – le amplificazioni sismiche; 2 – la qualità edilizia presente.
Sul punto 2 non voglio spendere parole, non è questo il luogo e certi fatti sono sotto gli occhi di tutti.
Trattiamo invece il punto 1 con un’ottica scientifica. Ischia è un isola, con un territorio geomorfologicamente accidentato e una geologia essenzialmente composta da rocce vulcaniche, depositi di frane e, subordinatamente, rocce sedimentarie terrigene.
Questi due fattori portano allo sviluppo di amplificazioni sismiche locali di tipo topografico e stratigrafico: questo spiega ad esempio come la zona alta di Ischia sia la zona maggiormente danneggiata. Le aree rilevate, isolate, creste e vette, originano la classica amplificazione topografica delle onde sismiche e questo può aver aumentato notevolmente l’accelerazione del suolo. Se a questo aggiungiamo che in alcuni settori i depositi più recenti scadenti, quali detriti di frana o di versante, si appoggiano direttamente su rocce laviche otteniamo un amplificazione stratigrafica: un materiale soffice sismicamente “lento” che appoggia su un substrato competente e sismicamente “veloce”. Aggiungiamo infine una qualità edilizia non al top e otteniamo il risultato che è sotto gli occhi di tutti. Ovviamente anche la scarsa profondità ipocentrale contribuisce al maggior risentimento.
Dal punto di vista della definizione, quello di ieri sera è un terremoto “vulcanico – tettonico” perché è avvenuto in area vulcanica, la terminologia corretta è questa. E’ dunque connesso ad un’eruzione? Difficile, perché i terremoti connessi ad eruzioni in aree vulcaniche sono quelli che cadono sotto le definizioni di “tremore vulcanico” o “di lungo periodo” perché, correlati ad altri dati possono essere il prodromo di un’eruzione. Tali dati sono le anomalie geodetiche (variazioni morfologiche dei corpi vulcanici) rilevate con estrema precisione dalla rete satellitare, oppure variazioni geochimiche nell’area (gas, sorgenti).
Non importa dunque scomodare i vulcani quando con terremoti piccoli subiamo danni, sia materiali, sia purtroppo, di perdite umane.
Giulio
Ieri sera un terremoto ha danneggiato l’isola di Ischia e, immediatamente, è partito il tam tam mediatico, soprattutto sul web. Andiamo a vedere come stanno le cose, partendo da un dato indiscutibile: la storia, sia geologica, sia degli eventi recenti.
L’isola di Ischia altro non è che la parte sommitale di un vulcano che si innalza dal fondale marino e trova il suo culmine nel Monte Epomeo. L’attività vulcanica di Ischia ha vissuto periodi importanti, l’eruzione più significativa è certamente quella del “tufo verde” di 55.000 anni fa, ma l’ultima eruzione risale a epoca storica, più precisamente all’anno 1302 (colata dell’Arso). L’attività tettonica, terremoti quindi, non è da meno: il Tirreno è un bacino giovane in espansione e l’isola ha risentito nella sua storia di queste dinamiche. Basti pensare ai terremoti del 1881 e del 1883, quest’ultimo disastroso con una magnitudo di 5.8.
Ieri sera cosa è successo? Come mai ci sono stati danni ingenti? E come mai i dati sismici sono stati variati?
Il primo dato fornito da INGV, in automatico dalla sala sismica, stimava una magnitudo locale (richter) ML di 3.6 e una profondità di 10 km. In queste stime appunto, non calcoli fatti da un sismologo, la profondità ad esempio è fissata automaticamente a 10 km.
Su altri siti poi ha iniziato ad apparire un altro dato: 4.5. Il dato però è espresso in Mb, ovvero la magnitudo delle onde di volume (body waves). Tale stima della magnitudo è forse il peggior strumento per stimare l’energia di terremoti superficiali, ed ecco perché c’era una discrepanza tale. INGV poco dopo, sempre in automatico, ha fornito la magnitudo del momento sismico (Mw), con un valore di 4.1 e una profondità di 9 km, anche questa calcolata in automatico sul centroide di riferimento. Anche questo dato però non era corretto, in quanto la sismicità ischitana ci insegna che solitamente avvengono terremoti molto superficiali, e i danni che iniziavano ad essere raccontati dalle cronache potevano essere un ulteriore dato a supporto di questa ipotesi.
Infatti più tardi, INGV attraverso la rete sismica locale di OV (osservatorio vesuviano) ricalcola l’evento. Lo ricalcola sulla base di nuovi dati: magnitudo 4.0 a 5 km di profondità ed epicentro spostato a N dell’isola. Attenzione, quel dato 4.0 è espresso in una magnitudo ancora diversa Md, cioè magnitudo di durata. E’ una scala di riferimento molto utile per calcolare la magnitudo di terremoti piccoli o moderati a distanza locale.
Moderati, appunto, perché se parliamo di 3.6, 4, 4.1, anche con magnitudo diverse, parliamo di un terremoto piccolo. Ma i danni ci sono stati, addirittura le vittime.
Qui entrano in gioco due fattori: 1 – le amplificazioni sismiche; 2 – la qualità edilizia presente.
Sul punto 2 non voglio spendere parole, non è questo il luogo e certi fatti sono sotto gli occhi di tutti.
Trattiamo invece il punto 1 con un’ottica scientifica. Ischia è un isola, con un territorio geomorfologicamente accidentato e una geologia essenzialmente composta da rocce vulcaniche, depositi di frane e, subordinatamente, rocce sedimentarie terrigene.
Questi due fattori portano allo sviluppo di amplificazioni sismiche locali di tipo topografico e stratigrafico: questo spiega ad esempio come la zona alta di Ischia sia la zona maggiormente danneggiata. Le aree rilevate, isolate, creste e vette, originano la classica amplificazione topografica delle onde sismiche e questo può aver aumentato notevolmente l’accelerazione del suolo. Se a questo aggiungiamo che in alcuni settori i depositi più recenti scadenti, quali detriti di frana o di versante, si appoggiano direttamente su rocce laviche otteniamo un amplificazione stratigrafica: un materiale soffice sismicamente “lento” che appoggia su un substrato competente e sismicamente “veloce”. Aggiungiamo infine una qualità edilizia non al top e otteniamo il risultato che è sotto gli occhi di tutti. Ovviamente anche la scarsa profondità ipocentrale contribuisce al maggior risentimento.
Dal punto di vista della definizione, quello di ieri sera è un terremoto “vulcanico – tettonico” perché è avvenuto in area vulcanica, la terminologia corretta è questa. E’ dunque connesso ad un’eruzione? Difficile, perché i terremoti connessi ad eruzioni in aree vulcaniche sono quelli che cadono sotto le definizioni di “tremore vulcanico” o “di lungo periodo” perché, correlati ad altri dati possono essere il prodromo di un’eruzione. Tali dati sono le anomalie geodetiche (variazioni morfologiche dei corpi vulcanici) rilevate con estrema precisione dalla rete satellitare, oppure variazioni geochimiche nell’area (gas, sorgenti).
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Giulio
- mausnow
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
Tutta l'Italia è a rischio, ma l'enorme caldera Ischia/Campi Flegrei/Golfo di Napoli/Vesuvio è di quanto più pericoloso si possa immaginare, assurdo pertanto costruire in "modalità cartapesta", ed è forse assurdo proprio costruire in senso lato, specie alle pendici dei vulcani o dentro di essi come nel caso dei Flegrei.
Rispolvero, se me lo consentite, questo reportage del 2013 di quando andai sull'isola...
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
É brutto a dirsi ma mi é venuto da "ridere" nel pensare se fosse accaduto un fenomeno come quello dell'anno scorso in quella zona....staremmo parlando di oltre mille vittime ora.....che schifo di paese. E puntualmente si torna sui soliti discorsi inutili di prevenzione, quando ad Ischia ci sono 27000 domande di condono in corso....e i cittadini dicono che le case non sono abusive.
Vergogna.
E vergogna per le interviste che parlano di disastro e vacanze finite, quando" qui" ancora si combatte per liberare le strade da macerie, si lotta contro il caldo in tenda, si cerca di salvare un lavoro legato al bestiame e alla produzione di carni dopo un anno dai veri e devastanti terremoti dello scorso anno.
Ma tanto l'Italia é e rimarrà sempre il paese delle chiacchiere.
Vergogna.
E vergogna per le interviste che parlano di disastro e vacanze finite, quando" qui" ancora si combatte per liberare le strade da macerie, si lotta contro il caldo in tenda, si cerca di salvare un lavoro legato al bestiame e alla produzione di carni dopo un anno dai veri e devastanti terremoti dello scorso anno.
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
in questo periodo dell'anno è andata bene con il 4.0. Un 5.5 avrebbe fatto centinaia/migliaia di morti
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
Stupendo Maurizio! Bellissima passione !!Rispolvero, se me lo consentite, questo reportage del 2013 di quando andai sull'isola...
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
Questo dato che di per sè mette timore non so da dove scaturisca.Riporto un post della nota pagina FB "Chi ha paura del Buio?" riguardante il sisma di ieri sera
Basti pensare ai terremoti del 1881 e del 1883, quest’ultimo disastroso con una magnitudo di 5.8.
Infatti ingv oggi ha pubblicato questo:
https://ingvterremoti.wordpress.com/201 ... dellisola/
Articolo dove quelle magnitudo mai vengono citate...al più vicine a quelli registrato ieri...
Mah.........
Ultima modifica di giantod il mer 23 ago, 2017 00:29, modificato 1 volta in totale.
"Vincitore è l'uomo che non ha rinunciato ai propri sogni" N. Mandela
"La meteorologia è una scienza inesatta, che elabora dati incompleti, con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili" A. Baroni
...metti a folle...
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
Grazie Fra' !Stupendo Maurizio! Bellissima passione !!
---
In effetti la condizione geologica di Ischia e delle varie zone dell'isola è assai particolare.
Stamattina riportavano la notizia che una scossetta di 1.5 o giù di lì era stata nettamente avvertita dalla popolazione sempre nella zona di Casamicciola, pressappoco nel modo in cui qui potremmo avvertire una scossa superiore al 3.
Al netto dei vari scandali edilizi (intendiamoci, eh!) è chiaro che per qualche motivo particolare nell'isola (e ancor più in qualche punto specifico dell'isola) i sismi vengono amplificati, come dire che ad un dato valore Richter corrisponde un punto della scala Mercalli decisamente più elevato rispetto al consueto.
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
diciamo che non esiste una "consueta" correlazione tra Mercalli e Richter... è quanto di più aleatorio esista questa comparazione, dipende da troppi fattori per poter stimare una "media"Al netto dei vari scandali edilizi (intendiamoci, eh!) è chiaro che per qualche motivo particolare nell'isola (e ancor più in qualche punto specifico dell'isola) i sismi vengono amplificati, come dire che ad un dato valore Richter corrisponde un punto della scala Mercalli decisamente più elevato rispetto al consueto.
hai però ragione a sottolineare che, evidentemente, quella parte di isola subisce, per qualche ragione geologica, in maniera enormemente amplificata le accelerazioni del suolo indotte dai sismi. E' giusto quindi dire che ad un dato valore Richter, probabilmente, ne corrisponde uno maggiore, ma sempre riferito alla medesima scala Richter
Ultima modifica di Fili il mer 23 ago, 2017 08:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/ ... 01030.html
"C'è imbarazzo nella comunità scientifica, inutile ignorarlo. Un imbarazzo dettato da una misura che non collima né con i dati storici né con l'osservazione diretta di quanto accaduto a Ischia. Quelle case lesionate e venute giù in un'area molto ristretta del comune di Casamicciola confermerebbero che ipocentro ed epicentro (il punto esatto sotto la superficie terrestre da cui inizia a propagarsi l'onda sismica e il suo punto corrispondente in superficie) divulgati dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia non siano realistici. Troppi sia quei 5 chilometri di profondità che quei 3 chilometri di distanza dalla costa al largo di Lacco Ameno. Giuseppe Luongo, professore emerito di Geofisica della Terra solida all'Università Federico II di Napoli e a lungo direttore dell'Osservatorio Vesuviano, ha deciso di rompere il silenzio e alzare la coltre che in queste ore circonda gli ambienti scientifici.
Professor Luongo perché non la convincono i dati divulgati dall'Ingv sul terremoto a Ischia?
«Non discuto la magnitudo, 4.0 mi sembra un dato attendibile e conforme alle informazioni sui sismi storici. Contesto invece un ipocentro a 5 chilometri di profondità e l'epicentro a 3 chilometri di distanza dalla costa Nord».
Secondo lei i dati più verosimili quali dovrebbero essere?
«Una profondità 1-2 chilometri, e un epicentro localizzato a Casamicciola, sotto piazza Maio».
Sembra piuttosto convinto...
«Studio l'isola di Ischia da oltre 30 anni e quel terremoto è avvenuto esattamente dove doveva accadere e dove sono sempre accaduti storicamente: la sorgente che ha generato i terremoti ischitani è localizzata al bordo settentrionale del monte Epomeo, ovvero proprio nella zona dei danni osservati in questo ultimo terremoto. Una delle informazioni più importanti per uno scienziato è la storia geologica di un sito, basandoci dai racconti in epoche remote possiamo ricostruirne la tettonica, la vulcanologia. Ma in questo caso mi baso anche sui dati numerici forniti: che ci sia una stranezza è evidente da quanto sia variato il dato preliminare dell'Ingv (magnitudo 3.6, profondità ipocentrale 10 chilometri ed epicentro a meno di un chilometro a Ovest, al largo di punta Imperatore-Forio). Passare da Ovest a Nord e da 10 chilometri a 5 chilometri è un errore che pagheremo nel tempo».
Un errore?
«Certo, e aggiungo che la ricerca scientifica è ferita mortalmente. Analizziamo la diversità dei due epicentri: può essere ricondotta a una diversità di modello geologico utilizzato (velocità delle onde sismiche nel sottosuolo) e alla distribuzione delle stazioni sismiche utilizzate per la localizzazione. Ma entrambi i dati non giustificano gli effetti osservati a terra. Se l'epicentro fosse davvero a mare dovrebbe produrre danni anche sulla costa. Non è strano invece che la costa sia intatta e gli unici danni osservati sono a Casamicciola alta tra Piazza Bagni, Piazza Maio, La Rita e Fango? Litologie diverse? No, le due aree hanno caratteristiche meccaniche dei suoli del tutto simili. Costruzioni diverse? Neppure, le abitazioni sono del tutto identiche».
E l'ipocentro perché sarebbe errato?
«In questo caso i dati sono ancora più palesemente sbagliati. La profondità ipocentrale deve essere inferiore ai 3 chilometri perché in quest'area a quella profondità la temperatura risulta superiore ai 400 gradi, ovvero le rocce non hanno più un comportamento fragile (dalla cui rottura nascono i terremoti), ma si deforma lentamente e quindi non rispondono con terremoti agli sforzi tettonici. Se ciò non fosse vero allora saremmo di fronte a una grande scoperta e non mi pare proprio questo il caso. Vorrei inoltre sottolineare come tutti gli eventi after shock, i piccoli sciami sismici successivi, siano invece tutti coerenti con la mia ipotesi: ipocentro poco profondo e nei comuni di Lacco Ameno e Casamicciola. Se la loro ipotesi fosse vera, ci sarebbe dovuta essere una migrazione e ciò avviene ma solo con una grossa sorgente: cioè magnitudo molto più grande».
Perché non viene corretto il dato allora?
«Sbagliare è umano, perseverare diabolico. I motivi non li conosco, posso solo ipotizzarli e alcuni li terrò per me. Ma è un errore troppo imbarazzante, sono rimasto zitto per alcuni giorni ma non ce l'ho fatta oltre perché non vorrei far diventare storico un dato sbagliato. Considerare questo dato ancora preliminare come stanno facendo Ov e Ingv è ridicolo: entro 12 ore deve essere definitivo. Tutto ciò è imbarazzante».
Si è chiesto come possano essersi creati questi errori?
«Le spiegazioni posso essere varie e tutte molto tediose per i non addetti ai lavori. La distribuzione delle stazioni tutte sul continente, per esempio. Ma soprattutto l'uso di modelli di velocità non adatti ad Ischia e validi per altre zone sismiche».
Potrebbero esserci stati problemi tecnici ai sismografi su Ischia?
«Lo confermo. Due delle quattro stazioni erano fuori uso. Non dovrebbe accadere, ma può succedere, sono stato direttore dell'Ov e so come vanno certe cose. Ma i valori di un terremoto si basano su un calcolo statistico e l'operatore può ovviare a questo vuoto intervenendo sul software, per questo si fanno i secondi calcoli e a volte anche di più. In sismologia si insegna che una rete non può andare sotto del 20 per cento, a Ischia è andata sotto il 50 per cento. Se l'Osservatorio di Ischia fosse riaperto non sarebbe successo. Dopo questo evento e considerata la particolarità sismogenetica dell'isola, credo sia necessario un presidio fisso. Le quattro stazioni non sono poche ma bisogna avere attenzione maggiore e tenerle sempre attive. È stata una sfortuna perdere un dato così importante. Non deve più accadere»."
"C'è imbarazzo nella comunità scientifica, inutile ignorarlo. Un imbarazzo dettato da una misura che non collima né con i dati storici né con l'osservazione diretta di quanto accaduto a Ischia. Quelle case lesionate e venute giù in un'area molto ristretta del comune di Casamicciola confermerebbero che ipocentro ed epicentro (il punto esatto sotto la superficie terrestre da cui inizia a propagarsi l'onda sismica e il suo punto corrispondente in superficie) divulgati dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia non siano realistici. Troppi sia quei 5 chilometri di profondità che quei 3 chilometri di distanza dalla costa al largo di Lacco Ameno. Giuseppe Luongo, professore emerito di Geofisica della Terra solida all'Università Federico II di Napoli e a lungo direttore dell'Osservatorio Vesuviano, ha deciso di rompere il silenzio e alzare la coltre che in queste ore circonda gli ambienti scientifici.
Professor Luongo perché non la convincono i dati divulgati dall'Ingv sul terremoto a Ischia?
«Non discuto la magnitudo, 4.0 mi sembra un dato attendibile e conforme alle informazioni sui sismi storici. Contesto invece un ipocentro a 5 chilometri di profondità e l'epicentro a 3 chilometri di distanza dalla costa Nord».
Secondo lei i dati più verosimili quali dovrebbero essere?
«Una profondità 1-2 chilometri, e un epicentro localizzato a Casamicciola, sotto piazza Maio».
Sembra piuttosto convinto...
«Studio l'isola di Ischia da oltre 30 anni e quel terremoto è avvenuto esattamente dove doveva accadere e dove sono sempre accaduti storicamente: la sorgente che ha generato i terremoti ischitani è localizzata al bordo settentrionale del monte Epomeo, ovvero proprio nella zona dei danni osservati in questo ultimo terremoto. Una delle informazioni più importanti per uno scienziato è la storia geologica di un sito, basandoci dai racconti in epoche remote possiamo ricostruirne la tettonica, la vulcanologia. Ma in questo caso mi baso anche sui dati numerici forniti: che ci sia una stranezza è evidente da quanto sia variato il dato preliminare dell'Ingv (magnitudo 3.6, profondità ipocentrale 10 chilometri ed epicentro a meno di un chilometro a Ovest, al largo di punta Imperatore-Forio). Passare da Ovest a Nord e da 10 chilometri a 5 chilometri è un errore che pagheremo nel tempo».
Un errore?
«Certo, e aggiungo che la ricerca scientifica è ferita mortalmente. Analizziamo la diversità dei due epicentri: può essere ricondotta a una diversità di modello geologico utilizzato (velocità delle onde sismiche nel sottosuolo) e alla distribuzione delle stazioni sismiche utilizzate per la localizzazione. Ma entrambi i dati non giustificano gli effetti osservati a terra. Se l'epicentro fosse davvero a mare dovrebbe produrre danni anche sulla costa. Non è strano invece che la costa sia intatta e gli unici danni osservati sono a Casamicciola alta tra Piazza Bagni, Piazza Maio, La Rita e Fango? Litologie diverse? No, le due aree hanno caratteristiche meccaniche dei suoli del tutto simili. Costruzioni diverse? Neppure, le abitazioni sono del tutto identiche».
E l'ipocentro perché sarebbe errato?
«In questo caso i dati sono ancora più palesemente sbagliati. La profondità ipocentrale deve essere inferiore ai 3 chilometri perché in quest'area a quella profondità la temperatura risulta superiore ai 400 gradi, ovvero le rocce non hanno più un comportamento fragile (dalla cui rottura nascono i terremoti), ma si deforma lentamente e quindi non rispondono con terremoti agli sforzi tettonici. Se ciò non fosse vero allora saremmo di fronte a una grande scoperta e non mi pare proprio questo il caso. Vorrei inoltre sottolineare come tutti gli eventi after shock, i piccoli sciami sismici successivi, siano invece tutti coerenti con la mia ipotesi: ipocentro poco profondo e nei comuni di Lacco Ameno e Casamicciola. Se la loro ipotesi fosse vera, ci sarebbe dovuta essere una migrazione e ciò avviene ma solo con una grossa sorgente: cioè magnitudo molto più grande».
Perché non viene corretto il dato allora?
«Sbagliare è umano, perseverare diabolico. I motivi non li conosco, posso solo ipotizzarli e alcuni li terrò per me. Ma è un errore troppo imbarazzante, sono rimasto zitto per alcuni giorni ma non ce l'ho fatta oltre perché non vorrei far diventare storico un dato sbagliato. Considerare questo dato ancora preliminare come stanno facendo Ov e Ingv è ridicolo: entro 12 ore deve essere definitivo. Tutto ciò è imbarazzante».
Si è chiesto come possano essersi creati questi errori?
«Le spiegazioni posso essere varie e tutte molto tediose per i non addetti ai lavori. La distribuzione delle stazioni tutte sul continente, per esempio. Ma soprattutto l'uso di modelli di velocità non adatti ad Ischia e validi per altre zone sismiche».
Potrebbero esserci stati problemi tecnici ai sismografi su Ischia?
«Lo confermo. Due delle quattro stazioni erano fuori uso. Non dovrebbe accadere, ma può succedere, sono stato direttore dell'Ov e so come vanno certe cose. Ma i valori di un terremoto si basano su un calcolo statistico e l'operatore può ovviare a questo vuoto intervenendo sul software, per questo si fanno i secondi calcoli e a volte anche di più. In sismologia si insegna che una rete non può andare sotto del 20 per cento, a Ischia è andata sotto il 50 per cento. Se l'Osservatorio di Ischia fosse riaperto non sarebbe successo. Dopo questo evento e considerata la particolarità sismogenetica dell'isola, credo sia necessario un presidio fisso. Le quattro stazioni non sono poche ma bisogna avere attenzione maggiore e tenerle sempre attive. È stata una sfortuna perdere un dato così importante. Non deve più accadere»."
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
La distanza dall'ipocentro cambia molto gli effetti al suolo è molto probabile che gli effetti così disastrosi derivino da quello.
Per esempio ieri sera c'è stata una scossa di 2.7 proprio sotto casa mia ,tremore non tanto ma un boato così' grosso non credo mai di averlo sentito, ed ero anche fuori di casa.
Per esempio ieri sera c'è stata una scossa di 2.7 proprio sotto casa mia ,tremore non tanto ma un boato così' grosso non credo mai di averlo sentito, ed ero anche fuori di casa.
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
Stessa sensazione, ero fuori anch'io. Mi ha fatto venire i brividi.La distanza dall'ipocentro cambia molto gli effetti al suolo è molto probabile che gli effetti così disastrosi derivino da quello.
Per esempio ieri sera c'è stata una scossa di 2.7 proprio sotto casa mia ,tremore non tanto ma un boato così' grosso non credo mai di averlo sentito, ed ero anche fuori di casa.
La meteorologia è una scienza inesatta, che elabora dati incompleti, con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili. Andrea Baroni
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Re: Sisma Ischia 21/08/2017 - Magnitudo 4.0
Ecco l'epicentro reale secondo gli ultimi aggiornamenti.
Beh, insomma, rispetto all'ipotesi iniziale la differenza è davvero marcata...
Praticamente sotto piazza Maio come riportato nel post di Adriatic92.
Per non parlare della profondità, 2 km scarsi.
no comment
Beh, insomma, rispetto all'ipotesi iniziale la differenza è davvero marcata...
Praticamente sotto piazza Maio come riportato nel post di Adriatic92.
Per non parlare della profondità, 2 km scarsi.
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